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Julian Assange non è più un cittadino ecuadoriano. Lo ha deciso il Tribunale per i contenziosi amministrativi di Pichincha, revocando così la decisione presa nel 2017 dall'allora presidente Lenín Moreno, che intendeva proteggere il fondatore di WikiLeaks dalle accuse internazionali che pesavano su di lui. Assange si era rifugiato sei anni prima nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra per evitare una condanna per stupro, rivelatasi poi infondata nel 2019. In quello stesso anno, però, fu lo stesso Moreno a ritirare il suo appoggio al giornalista australiano, che fu subito arrestato dalle autorità britanniche. Moreno ottenne poi un memorabile prestito dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). La decisione presa adesso dal Tribunale di Pichincha è di primo grado e l'avvocato di Assange ha già annunciato che farà ricorso. Il legale ha ammesso che "nella concessione della cittadinanza potrebbero esserci state irregolarità", ma ha anche sottolineato che al fondatore di WikiLeaks -che non è stato neppure interpellato dalla Giustizia ecuadoriana- deve in ogni caso essere concesso il diritto di potersi difendere. Nel mentre, Assange continua a rimanere nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra, in attesa di una nuova udienza, dopo che i tribunali britannici hanno negato la sua estradizione negli Stati Uniti.

 

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