IMPORTANTE STUDIO SUI CERCHI NEL GRANO OGGI

 (CATEGORIA "UFO CHANNEL")

APOCALISSE E CERCHI NEL GRANO: INIZIA L'ULTIMA FASE DELLA PROFEZIA
Di P.G. Caria

Il 4 giugno 2018 è comparso in Inghilterra un nuovo e affascinante cerchio nel grano che mostra, principalmente, una stella a sette punte inscritta dentro un cerchio. Non si tratta del primo pittogramma della stagione dei cerchi del 2018 ma è il primo con questa complessità simbologica.

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Ackling Dyke, Sixpenny Handley, Dorset. 4 giugno 2018

Cercherò ora di dare una interpretazione a questa nuova opera d'arte cosmica che mostra, a mio avviso, le caratteristiche dei veri cerchi nel grano. I significati del simbolo della stella a sette punte o eptagramma sono molteplici, svilupperò soprattutto gli aspetti che ritengo prevalenti nel messaggio che questo pittogramma manifesta e che reputo si leghino al libro dell'Apocalisse di Giovanni. Per fare memoria, uniamo alcuni passi del Vangelo di Giovanni, del libro dell'Apocalisse e parti di messaggi di Eugenio Siragusa. In Giovanni 16, 12-15 leggiamo:12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13 Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. 15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.” Mentre in Apocalisse 1, 1-3 leggiamo:1 Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni. 2 Questi attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. 3 Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino.” Dalla lettura di questi due passi è evidente che lo spirito di verità o Paraclito è lo spirito Giovanneo operante attraverso Giovanni l'Apostolo, che riceve da Gesù Cristo, per volontà di Dio, la RIVELAZIONE (Apocalisse) sul futuro dell'umanità. Sappiamo anche che una manifestazione dello spirito Giovanneo è stato il contattista Eugenio Siragusa che nei sublimi messaggi ricevuti dagli Angeli di ieri, Extraterrestri oggi, ha annunciato al mondo l'inizio dell'Apocalisse e il suo termine sino alla seconda venuta di Gesù e all'instaurazione del Regno di Dio sulla Terra.

 

settestelle2Il Consolatore                                                Il contattista Eugenio Siragusa

In un suo messaggio del 2 agosto 1985, dal titolo “IL DISCORSO CHE NON SI È POTUTO FARE IERI”, scriveva: “Io ho ancora cose assai a dirvi, ma voi non le potete ora portare…!” Giovanni 16-12/13.

IL DISCORSO CHE NON SI È POTUTO FARE ALLORA, SI FA OGGI. UN DISCORSO CHE GLI UOMINI DI QUESTO TEMPO SONO IN GRADO DI PERCEPIRE, DI INTENDERE. AVVENIMENTI CHE SI POSSONO BEN CLASSIFICARE, OGGI PIÙ CHE IERI, PER CRESCIUTA CAPACITÀ DI VEDERCI CHIARO ATTRAVERSO LE MODERNE CONQUISTE TECNOLOGICHE E SCIENTIFICHE. AVVENIMENTI CHE CONCEDONO A TUTTA L’UMANITÀ DI QUESTO PIANETA IL REALE FASCINO DI UNA VECCHIA REALTÀ, COPERTA DA UN VELO DI MITOLOGIA E DI FANTASTICHE STORIE INSERITE NEI CULTI RELIGIOSI DI TUTTI I POPOLI DELLA TERRA. UNA VERITÀ CHE HA ACCOMPAGNATO L’UOMO DI QUESTO MONDO SIN DALLE SUE ORIGINI. FORSE O SENZA FORSE, QUESTO È IL DISCORSO CHE IL MAESTRO DEI MAESTRI NON FECE A SUO TEMPO PER L’IMMATURITÀ, L’INCAPACITÀ ALTRUI DI INTENDERE GLI ALTI CONCETTI MULTIDIMENSIONALI DELLO SPIRITO E DELLE SUE MANIFESTAZIONI. È CERTO CHE NEMMENO GLI APOSTOLI LO AVREBBERO CAPITO! ORA, IL DISCORSO NON FATTO ALLORA VIENE ALLA RIBALTA, CON TUTTI GLI ANNESSI E CONNESSI, CON TUTTI I SEGNI, LE MANIFESTAZIONI E GLI ELEMENTI DI UNA SCIENZA E DI UNA TECNICA IMPENSABILE PIÙ CHE FANTASCIENTIFICA. LE TURBE, LE LUMINOSE NUVOLE, I CARRI DI FUOCO NON FURONO AFFATTO VISIONI MISTICHE, DELIRI RELIGIOSI O MITOMANIE. ERANO GLI STESSI OGGETTI CHE OGGI APPAIONO IN TUTTI I CIELI DEL MONDO E CHE SI DEFINISCONO “U.F.O.”, DISCHI VOLANTI, SIGARI, GLOBI LUMINOSI, ECC., ECC… SONO SEMPRE LORO: “I PIONIERI DEL COSMO”, GLI ARTEFICI DELLA VITA INTELLIGENTE, I CREATORI DELLA FORMA E DELLA SOSTANZA, GLI ESSERI INCONTRASTATI DELLA MULTIDIMENSIONALITÀ, I MANIPOLATORI DELLA LUCE, I REGGENTI DELL’INTELLIGENZA ONNICREANTE O SPIRITO SANTO. UN DISCORSO CHE DOVREBBE FAR SERIAMENTE E RESPONSABILMENTE RIFLETTERE CAPI DI STATO, CAPI RELIGIOSI E POPOLI DELLA TERRA. UN DISCORSO AVALLATO DA TANGIBILI PROVE IN TERRA E IN CIELO. UN DISCORSO CHE AMMONISCE, CHE INVITA AL RAVVEDIMENTO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI, PRIMA CHE L’IRREPARABILE AVVENGA.

E di queste prove “IN TERRA” fa sicuramente parte il fenomeno dei Cerchi nel Grano che, come è ormai ampiamente provato, è di origine extraterrestre. Per cui, indubitabilmente, anch'esso è un aspetto di quella RIVELAZIONE promessa da nostro Signore Gesù Cristo attraverso Giovanni l'apostolo e quindi, anche questo pittogramma assume un valore profetico e annuncia “le cose future” che devono accadere.

settestelle3Giovanni l'Apostolo riceve la Rivelazione a Patmos (Jacopo Vignali 17° sec.)


Il libro dell'Apocalisse è impregnato dal numero sette: le sette Chiese, le sette stelle, i sette candelabri d'oro, i sette spiriti che stanno davanti al trono, i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra, l'Agnello con sette corna e sette occhi, i sette sigilli, i sette Angeli, le sette coppe dell'Ira di Dio e le sette piaghe, le sette trombe... La scelta del numero sette non è certamente un caso, tra i suoi vari significati evidenzio quello più attinente all'aspetto che desidero evidenziare. Il numero sette deriva dal terrestre 4: i quattro elementi, i quattro punti cardinali e quindi la terra, e dal divino 3, la trinità. Quindi il 7 è il numero che riunisce in sé la creazione spirituale, il 3, e quella materiale, il 4. La creazione materiale fenomenica è indissolubilmente legata alla creazione spirituale e alla eterna legge di causa ed effetto che da essa scaturisce. Tutto quanto contiene il libro dell'Apocalisse è, in definitiva, la descrizione della più grande trasformazione materiale e spirituale della storia dell'umanità ed è in piena realizzazione. La profezia del “nuovo cielo e della nuova terra” è la rappresentazione di una nascita, di una creazione in via di realizzazione, con un ritorno alla condizione di equilibrio delle energie terrestri e celesti. Per risplendere di luce l’uomo deve inserirsi nei grandi ritmi cosmici ed armonizzarsi ad essi attraverso l'obbedienza alla eterna Legge che nostro Signore Gesù Cristo ci ha rammemorato a prezzo del Suo preziosissimo sangue. Infatti, in Matteo 5, 17-18 leggiamo: 17 Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. 18 In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure una iota o un segno dalla Legge, senza che tutto sia compiuto.” “Finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure una iota o un segno dalla Legge...” cioè, passati il vecchio cielo e la vecchia terra, vi saranno un “nuovo cielo e una nuova terra” e quindi una nuova Legge, cioè un nuovo patto con Dio per un uomo e una creazione rinnovati, purificati e di nuovo in equilibrio tra spirito-materia, come ben evidenziato dal significato del numero 7. Ma per realizzare questo tanto agognato equilibrio, dobbiamo conoscere non solo le Leggi scientifiche che governano la materia, ma anche le Leggi scientifiche, causa ed effetto soprattutto, che governano lo spirito. Leggi che ora mancano totalmente dall'orizzonte della coscienza comune degli esseri umani del pianeta Terra; concetti ben spiegati nel seguente messaggio di Eugenio Siragusa:

HO SCRITTO IL 19 AGOSTO 1982:

a) LA SCIENZA DELLO SPIRITO.

b) LA SCIENZA DELLA MATERIA.

I DUE ASPETTI ESIBIZIONISTICI E SPERIMENTATIVI DELL'INTELLIGENZA ONNICREANTE.
DUE VALORI COMPLEMENTARI IN PERFETTO EQUILIBRIO CHE STABILIZZANO L'EVOLUZIONE DELLE SPECIE NEL PROCESSO MANIFESTATIVO DEL CONTINUO DIVENIRE. L'ECCESSO O IL DIFETTO DELL'UNO O DELL'ALTRO ASPETTO COMPORTA DISEQUILIBRIO, DESTABILIZZAZIONE, INCOMPETENZA COLLABORATIVA E REAZIONE.
1982: DIFETTA LA SCIENZA DELLO SPIRITO E, PER CONSEGUENZA, UNA CARICA DEGENERATIVA DELLA SCIENZA MATERIALE, PRIVA COM'È DELL'ALIMENTO PRIMARIO DELLE VIRTÙ CHE SCATURISCONO DAI VALORI COSTRUTTIVI DELLO SPIRITO PORTATORE DI FREQUENZE STABILIZZATRICI. LA SCIENZA MATERIALE HA SUBITO UNA NOTEVOLE ED ESASPERATA DECADENZA NELLE STRUTTURE ESISTENZIALI, FACENDO FERMENTARE UN PERICOLOSO MORBO, "L'HARBAR", FOLLIA O MEGLIO, DIFETTO PROGRESSIVO DEL PROCESSO INTELLETTIVO.

Vado ora ad evidenziare quegli aspetti grafici che ci indicano a quale parte della profezia apocalittica vuole rimandare il pittogramma in oggetto. Evidenziando il cerchio al centro della stella come simbolo della Terra, il motivo a greca che circonda la stella, i sette piccoli cerchi che si trovano all'apice di ogni raggio della stella e i raggi stessi della stella, otteniamo una immagine stilizzata di sette angeli ognuno con le rispettive ali, posti intorno al mondo.

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I sette Angeli di Dio posti intorno alla Terra

Per cui dobbiamo andare a vedere nelle parti dell'Apocalisse in cui troviamo come protagonisti i sette angeli, quali sono le profezie attinenti all'attuale scenario mondiale. I sette Angeli hanno il compito di suonare le sette trombe e, successivamente, di versare sulla Terra le sette coppe dell'Ira di Dio corrispondenti alle sette piaghe dell'Apocalisse. Andando a leggere in Apocalisse 8 vediamo che i sette Angeli entrano in azione all'apertura del settimo sigillo ad opera dell'Agnello, cioè di Gesù Cristo; Apocalisse 8,1: 1 Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa mezz'ora. Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe… Andando ad analizzare quale situazione profetica scatenino le varie trombe, troviamo che la tromba suonata dal sesto Angelo ha una grande attinenza con la situazione geopolitica attuale e lo vediamo in Apocalisse 9, 13-16: 13 Il sesto angelo suonò la tromba. Allora udii una voce dai lati dell'altare d'oro che si trova dinanzi a Dio. 14 E diceva al sesto angelo che aveva la tromba: «Sciogli i quattro angeli incatenati sul gran fiume Eufràte». 15 Furono sciolti i quattro angeli pronti per l'ora, il giorno, il mese e l'anno per sterminare un terzo dell'umanità. 16 Il numero delle truppe di cavalleria era duecento milioni; ne intesi il numero.17 Così mi apparvero i cavalli e i cavalieri: questi avevano corazze di fuoco, di giacinto, di zolfo. Le teste dei cavalli erano come le teste dei leoni e dalla loro bocca usciva fuoco, fumo e zolfo. 18 Da questo triplice flagello, dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalla loro bocca, fu ucciso un terzo dell'umanità. 19 La potenza dei cavalli infatti sta nella loro bocca e nelle loro code; le loro code sono simili a serpenti, hanno teste e con esse nuocciono. 20 Il resto dell'umanità che non perì a causa di questi flagelli, non rinunziò alle opere delle sue mani; non cessò di prestar culto ai demòni e agli idoli d'oro, d'argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare; 21 non rinunziò nemmeno agli omicidi, né alle stregonerie, né alla fornicazione, né alle ruberie.

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In questo passo vediamo che la sesta tromba suonata dal sesto Angelo, da il via a degli eventi che si sviluppano in Medio Oriente, nella zona bagnata dal fiume Eufrate. Vengono sciolti quattro Angeli incatenati al grande fiume; non è difficile notare che il fiume Eufrate bagna quattro stati: Iran, Iraq, Siria e Turchia ed è, in questo momento, la zona del pianeta dove abbiamo la più grave tensione internazionale dove si stanno fronteggiando, per ora indirettamente, le maggiori potenze mondiali, Russia, Europa, Stati Uniti, Cina, ecc. con il rischio di un conflitto che potrebbe diventare mondiale. Nel suo proseguo, dal versetto 17 al 19, la profezia sembra inintelligibile ma, se consideriamo che è stata scritta circa duemila anni fa, possiamo ben comprendere come il profeta avesse difficoltà nel descrivere un moderno esercito dotato delle più avanzate armi tecnologiche, carri armati, aerei a reazione, cannoni, elicotteri, autoblindo con mitragliatrici, ecc. ecc., per cui ritengo che la similitudine con animali di aspetto quasi mitologico fosse quanto di più naturale ed ovvio potesse essere per un uomo di quel tempo, che vede un futuro per lui incomprensibile e che tenta di spiegarlo. Nei versetti 20 e 21, Giovanni sottolinea che questi fatti drammatici sono causati dalla violazione da parte degli esseri umani, della Legge di Dio e quindi sono la conseguenza della Legge Universale di Causa ed Effetto, cioè sono causati dagli stessi errori dell'uomo. Risulta interessante notare che prima che i sette angeli inizino a suonare le trombe, conseguenza dell'apertura del settimo sigillo da parte dell'Agnello (Apocalisse 8), in Apocalisse 7 troviamo che vengono trattenuti gli Angeli che hanno il potere di devastare la Terra per permettere, prima della devastazione, che sulla fronte dei centoquarantaquattromila eletti venga impresso il sigillo di Dio:

Apocalisse 7, 1-4: 1 Dopo ciò, vidi quattro angeli che stavano ai quattro angoli della terra, e trattenevano i quattro venti, perché non soffiassero sulla terra, né sul mare, né su alcuna pianta. 2 Vidi poi un altro angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: 3 «Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi». 4 Poi udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati da ogni tribù dei figli d'Israele.

La manifestazione dell'Ira Santa di Dio, si concretizza attraverso le sette coppe della Sua Ira versate sulla Terra dai sette Angeli, fasi che troviamo in Apocalisse 16. L'annuncio che è giunto il tempo per l'Ira di Dio lo troviamo quando il settimo Angelo suona la settima tromba in Apocalisse 11, 15-18: 15 Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: «Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli». 16 Allora i ventiquattro vegliardi seduti sui loro troni al cospetto di Dio, si prostrarono faccia a terra e adorarono Dio dicendo: 17 «Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai messo mano alla tua grande potenza, e hai instaurato il tuo regno. 18 Le genti ne fremettero, ma è giunta l'ora della tua ira, il tempo di giudicare i morti, di dare la ricompensa ai tuoi servi, ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di annientare coloro che distruggono la terra».

Ricordo che il settimo Angelo suona la settima tromba dopo che i due testimoni sono stati messi a morte, sono resuscitati dopo tre giorni e sono stati portati via da una “nube”, episodi che troviamo nei versetti da 3 a 13, sempre in Apocalisse 11. Versetti che non riporto in questo articolo ma invito il lettore ad andare a leggerli. Dopo aver suonato le sette trombe dell'Apocalisse, ai sette Angeli viene dato l'incarico di versare sulla Terra le sette coppe dell'Ira Santa di Dio, che corrispondono alle sette piaghe: Apocalisse 16, 1 e 12-20: 1 Udii poi una gran voce dal tempio che diceva ai sette angelli: « Andate e versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio». Anche nella fase del versamento delle coppe dell'Ira di Dio è molto interessante focalizzare la nostra attenzione di nuovo su quanto accade dopo che il sesto Angelo ha versato la sesta coppa: Apocalisse 16, 12-16: 12 Il sesto versò la sua coppa sopra il gran fiume Eufràte e le sue acque furono prosciugate per preparare il passaggio ai re dell'oriente. 13 Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane: 14 sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e vanno a radunare tutti i re di tutta la terra per la guerra del gran giorno di Dio onnipotente. 15 Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne. 16 E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedon.

Si tratta chiaramente della prosecuzione degli eventi presentati nella parte precedente vista in Apocalisse 9, versetti 13-16, in cui il sesto Angelo suona la sesta tromba che scioglie i quattro Angeli incatenati sul fiume Eufràte. Questa parte è importantissima in quanto porta gli eventi profetici alla loro estrema conclusione che si realizza con la grande battaglia di Armaghedon, la battaglia finale tra il bene e il male, dove il male verrà definitivamente sconfitto e Cristo scenderà dal cielo. Il versetto 15 dice “...vengo come un ladro..”, cioè inaspettatamente, per giudicare l'umanità e instaurare il Regno di Dio sulla Terra. Questa battaglia, che nel tempo è diventata sinonimo della stessa Apocalisse, avverrà nella località che si trova in territorio israeliano denominata Megiddo, il cui antico nome era “Har Məgiddô” cioè "monte di Megiddo".

Lo scenario geografico rimane, perciò, il Medio Oriente, Israele in particolare, luogo dove l'epopea cristica ha avuto origine ed avrà fine. Che si tratti dell'ultima battaglia lo vediamo confermato quando il settimo Angelo versa la settima coppa dell'Ira di Dio, Apocalisse 16, 17-20:17 Il settimo versò la su a coppa nell'aria e uscì dal tempio, dalla parte del trono, una voce potente che diceva: «È fatto!». Nei versetti successivi sono presentate le fasi più importanti della fine del processo di purificazione del mondo:

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18 Ne seguirono folgori, clamori e tuoni, accompagnati da un grande terremoto, di cui non vi era mai stato l'uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra. 19 La grande città si squarciò in tre parti e crollarono le città delle nazioni. Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle da bere la coppa di vino della sua ira ardente. 20 Ogni isola scomparve e i monti si dileguarono. In questi versetti vediamo la profezia di un disastro di portata planetaria che identifico con lo spostamento dell'asse fisico del pianeta Terra: “... un grande terremoto, di cui non vi era mai stato l'uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra... Ogni isola scomparve e i monti si dileguarono...”, e il giudizio del Vaticano: “... Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle da bere la coppa di vino della sua ira ardente... La grande città (Roma) si squarciò in tre parti...” che con i suoi crimini ha tradito il mandato che Gesù aveva lasciato alla Chiesa di Pietro, la quale, dopo, verrà riportata alla sua iniziale purezza come promette lo stesso Gesù in Matteo 16, 18: 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.

Prendendo in considerazione altri aspetti di questo pittogramma vediamo che la stella è circondata da quattordici motivi ornamentali che inizialmente abbiamo identificato con le ali degli Angeli:

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È, perlomeno, curioso che recentemente, il 14 maggio 2018, gli Stati Uniti d'America abbiano aperto la loro ambasciata a Gerusalemme, esacerbando ulteriormente le già fortissime tensioni presenti in quella zona del mondo e che abbiamo visto essere la sede del compimento profetico dell'Apocalisse. Il mese di questo evento, abbiamo visto, è maggio, il 5°mese dell'anno, che è il mese e il numero della Madonna, protagonista del compimento profetico e identificata come la “Donna vestita di sole” nel capitolo 12 dell'Apocalisse. È proprio nello stesso campo dove è apparso il pittogramma della stella a sette punte, che nel 2014 comparvero due cerchi nel grano che simboleggiavano la Santissima Madre e l'Anticristo cioè, di nuovo, un messaggio riguardante l’Apocalisse. Quil’articolo: http://www.giorgiobongiovanni.it/pier-giorgio-caria-sp- 1156758028/6674-le-immagini-pensiero-nei-cerchi-del-grano.html

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Ancora, il cerchio nel grano è comparso nella notte tra il 3 e il 4 giugno 2018, praticamente quasi in contemporanea con l'esplosione del “vulcano del fuoco” in Guatemala, nazione che è stata la seconda, dopo gli Stati Uniti, ad aprire la sua ambasciata a Gerusalemme. Un caso? Non so dirlo con certezza ma la natura, a volte, ci da dei messaggi che dobbiamo, se lo vogliamo, capire seppur sono segni di sofferenza, dolore e lutto. Sofferenze che come ho già spiegato, in base alla Legge di Causa ed Effetto, l'umanità attira su di sé con il proprio agire.

A volte i cosmici autori dei pittogrammi inglobano nel simbolismo elementi naturali od orografici, presenti vicino alla figura da loro stampata al suolo. Esaminando ulteriormente la foto del pittogramma del 4 giugno 2018, vediamo che uno dei raggi della stella o Angelo, punta verso un tumulo che potremmo identificare quale simbolo di un monte, e il monte di maggio rilievo lo ritroviamo in Apocalisse 14, 1-5: 1 Poi guardai ed ecco l'Agnello ritto sul monte Sion e insieme centoquarantaquattromila persone che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo. 2 Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di arpa che si accompagnano nel canto con le loro arpe. 3 Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e ai vegliardi. E nessuno poteva comprendere quel cantico se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra. 4 Questi non si sono contaminati con donne, sono infatti vergini e seguono l'Agnello dovunque va. Essi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l'Agnello. 5 Non fu trovata menzogna sulla loro bocca; sono senza macchia.

Il riferimento ai centoquarantaquattromila eletti che ora hanno il marchio di Cristo e di Dio sulla fronte, e che solo loro possono capire il “cantico”, penso significhi che solo i risvegliati, i segnati, possono comprendere le parole della Legge e profetiche e adeguare la loro vita al progetto di Dio in modo da salvarsi. Un riferimento ritengo, a quanto scritto in Matteo 13, 13-15: 13 Perciò io parlo loro in parabole, perché vedendo non vedano, e udendo non odano né comprendano. 14 Così si adempie in loro la profezia d'Isaia, che dice: "Voi udirete ma non intenderete; guarderete ma non vedrete. 15 Perché il cuore di questo popolo è divenuto insensibile, essi sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore e non si convertano, e io li guarisca".

Ho scritto in precedenza che Eugenio Siragusa ha rappresentato la manifestazione in questo tempo dello spirito di Giovanni che è stato definito anche l'Annunciatore dell'Apocalisse. La profezia relativa la troviamo in Apocalisse 8, 13: 13 Vidi poi e udii un'aquila che volava nell'alto del cielo e gridava a gran voce: «Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!». Uno dei simboli più importanti che Eugenio ha dato a coloro che hanno compreso e seguito la sua opera profetica, è stato un monile proprio a forma di stella a 7 punte. Al centro del monile è incastonato un rubino sintetico a forma di tetraedro e, come sappiamo, il tetraedro è uno dei cinque solidi platonici e rappresenta l'elemento fuoco, quindi l'energia. In effetti, secondo quanto detto ad Eugenio dagli esseri di luce che lo contattavano e che gli dissero come doveva essere tagliato il rubino, il monile così come lo vediamo, ha il compito di convogliare e concentrare l'energia solare nel plesso così da dinamizzare e amplificare l'energia biopsichica del soggetto che lo porta. Nella foto vediamo Eugenio Siragusa che indossa il monile che emette un particolare riflesso di luce.

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Osservando con attenzione il pittogramma, vediamo con chiarezza che nel centro gli steli sono piegati a spirale, formano un vortice che indica un dinamismo energetico. Per cui, considerando tutto quanto detto sinora ritengo che si possa fare, senza paura di sbagliare, anche questo ennesimo collegamento tra il cerchio nel grano del 4 giugno 2018, il libro dell'Apocalisse e l'opera di Eugenio Siragusa. Va anche detto che il prosecutore dell'Opera annunciatrice dello spirito giovanneo, secondo i messaggi dati ad Eugenio stesso dagli esseri solari, è lo stigmatizzato Giorgio Bongiovanni che, a sua volta, ha adottato lo stesso monile come simbolo della sua missione. In una recente conferenza, svoltasi a Garbagnate, il 22 aprile 2017, Giorgio Bongiovanni ha rivelato una profezia che gli fece la Madonna il 2 settembre 1989, data in cui ricevette le stigmate sulle mani. Lascio a Giorgio la spiegazione con le sue stesse parole della profezia che gli fece la Santissima Vergine: “Dovrai viaggiare per il mondo, visitare tante città, ma nell’ultima parte dovrai essere messaggero del Padre Adonai perché dovrai additare la faccia dell’Anticristo e annunciare la seconda venuta di Gesù nel mondo. Lo spirito di Elia personificherà il tuo corpo e la tua mente”. Il significato lo lascio a voi… perché lo “spirito di Elia” in quei giorni?!? …Perché lo spirito di Elia, nei giorni in cui si compirà il centenario di Fatima, tornerà sulla terra e quindi sarei dovuto essere strumento dello spirito di Elia che annuncerà al mondo la manifestazione di Cristo, e la vendetta di Dio contro gli uomini. La vendetta di Dio non è la stessa degli uomini. “Annuncerai al mondo la vendetta, cioè la giustizia di Dio”. Ogni volta che Elia annuncerà la giustizia, si scateneranno sulla terra le forze della natura per martoriare gli uomini. In quel tempo si scateneranno sulla Terra tutti i Demoni che faranno un gran pandemonio con gli spiriti degli uomini e quando Elia chiamerà, radunerà l’esercito di Dio. Queste cose non le ho mai rivelate, all’epoca, la Madonna mi disse che avrei potuto rivelarle nel centenario di Fatima, quindi ora è venuto il momento in cui Elia annuncia la giustizia di Dio, che a partire dal 2017 potrà avvenire in qualsiasi momento”.

Elia è uno dei due testimoni di cui parla l'Apocalisse e, come ho già citato, lo troviamo nei versetti da 3 a 13 in Apocalisse 11. Siccome Elia è stato incarnato anche come Giovanni Battista, fatto che conferma lo stesso Gesù in Matteo 11, 13-15: 13 La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14 E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. 15 Chi ha orecchi intenda. Abbiamo una ulteriore conferma che questo è il tempo in cui la profezia della Rivelazione sta giungendo al suo compimento attraverso una moderna profezia fatta da Papa Giovanni XXIII, in cui ritroviamo il numero sette, ed è riportata nel libro di Pier Carpi, “Le profezie di Papa Giovanni”, a pagina 158: “Il settimo anno cadde il settimo velo di Salomè, ma non esiste imperatore, non esiste chi sappia alzare la spada e recidere il collo di Giovanni. Il tempo è vicino”.

A questa profezia di Papa Giovanni, scritta nel 1935, fa eco un messaggio di Eugenio Siragusa del 30 agosto 1964, di cui riporto il brano più importante attinente a quanto appena scritto:

“...GESÙ CHIAMÒ PRESSO DI SÉ GIOVANNI IL BATTISTA, CHE ERA IN PARI TEMPO ANCHE ELIA, MA CHE I PRESENTI NON CONOSCEVANO CHE NELLA PERSONA DEL BATTISTA E GLI DISSE AD ALTA VOCE AL COSPETTO DI TUTTI: “TU SEI STATO IL MIO PRECURSORE ADESSO NEL TEMPO DELLA VISITAZIONE DELL’UMANITÀ, MA LO SARAI DI NUOVO QUANDO L’ALBA SORGERÀ DI QUESTA GRANDE EPOCA DELLA QUALE HO PARLATO”. TUTTAVIA GLI UOMINI NON TI RICONOSCERANNO, AD ONTA CHE TU SARAI CONSCIO CHI TU VERAMENTE SEI, POICHÉ QUEST’ULTIMA PROVA NELLA CARNE TI ASPETTA, DEVE DIVENIRE LA PIETRA FONDAMENTALE DELL’EDIFIZIO DELL’ANNUNZIANTESI REGNO DELLA PACE. AVVERRÀ BENSÌ CHE GLI UOMINI IN QUEI TUOI TEMPI DI VITA TERRENA DI ALLORA, BEN POCO SI CURERANNO DELLA TUA PAROLA, MA QUESTA VERRÀ IMPRESSA LORO NELL’ANIMA A CARATTERI ROVENTI, AFFINCHÈ CIONONDIMENO ABBIANO A SENTIRLA QUANDO SI SARANNO LIBERATI DEL CORPO. ORA QUESTA TUA PAROLA SARÀ LA MIA PAROLA, ED IO CHIAMERÒ A RISPONDERE CHIUNQUE L’AVRÀ INTESA E POSTA A NON CALE...”

Da quanto visto sinora, è evidente la straordinaria portata profetica di questo magnifico pittogramma a ulteriore conferma che i “segni in terra e in cielo” si stanno manifestando mentre una umanità cieca e sorda non si rende conto, o forse preferisce non rendersi conto, che l'epopea terrestre sta avvicinandosi inesorabilmente al suo epilogo e che tutti dovremo rendere conto delle nostre opere al “tremendo Giudice” che presto squarcerà i cieli di questo pianeta.

P.G. Caria
7 giugno 2018

 

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